domande
Gira e rigira finisco sempre con il pensiero lì. Costante, fisso. Perché, per come, tutte domande. A cui rispondo sempre e solo « cosa importa? ». E continuo a domandarmi, senza rispondere. Potrei mettere i paletti sulla fiducia, credendo alle cose che ha detto, ai motivi che ha dato, alle spiegazioni che ha snocciolato. Non c’è un’altra, prova ancora amore, ma l’amore forse a volte non basta. E’ che erano successe varie cose che facevano in modo che non stessimo più bene insieme, è che non era possibile risolverle continuando a vedersi (e nemmeno provarci valeva la pena). E non solo da quando l’avevo notificato io, dagli ultimi disastrosi eventi. Ma da sempre. Rigiro quel « sempre » in tutti i modi, lo guardo da ogni lato, e non capisco se mi fa più star male, più arrabbiare, più deludere, più cosa. A quanto pare non si sentiva se stesso, mai, non riusciva a stare bene, e ha scoperto che non stando assieme non aveva più certi pesi e certe limitazioni auto-imposte nell’atteggiamento, limitazioni caratteriali. Dice che non si sentiva libero di dire cose (eppure a me sembrava che di libertà d’azione infischiandosene delle reazioni se ne prendesse parecchia) che aveva sempre paura che mi arrabbiassi e viveva con questa spada di Damocle (quindi non avremmo mai dovuto litigare, perché lui si sarebbe sempre comportato in modo limitato; certo). E, alla fine, che fosse in qualche modo colpa mia questo suo sentirsi limitato. Colpa del mio caratteraccio. Per come la vedo io, se uno ha la paranoia di trattenersi perché l’altro non si arrabbi e la vive come un peso, è un problema suo. Se si ha paura di una persona in questo modo è un problema di distorsione della realtà. Per come la vedo io. Ovviamente. Ma a chi importa, di come la vedo io? A lui? Cosa dovrei fare, tentare di convincerlo? Con buonissime probabilità che siano, tra l’altro, solo cazzate buttate lì per tenermi buona, per dare una ragione coerente e pura a una scelta dovuta a ben altro? Dovrei smettere di chiedermi tutto. Vorrei semplicemente sapere la verità, una volta tanto, e avere la certezza che lo sia.
4 commenti
-
le domande è naturale, umano, fisiologico farsele, ma non so se sia utile. per quanto tu cerchi la verità solo lui può dartela, e se te ne vuole dare una distorta la vedrai sempre attraverso la SUA lente.
-
Non ho ben capito se quel che penso io è quel che pensa Trentasei (I suppose) ma in ogni caso non potrebbe fregartene di meno, ci scommetto. Quel che voglio dire è che tu magari hai davvero un carattere con qualche spigolo (lo dico perché in passato lo hai sostenuto anche tu, non per altro) ma quando una sotria qualsiasi "finisce", io guardo sempre il modus operandi.
Non importa se litigando, tirandosi piatti, o scopando come ricci. Se ci mettete mesi, per farla finita, forse è anche vero che non tutto è perduto (o che almeno qualcuno prova ancora qualcosa). Se la situazione precipita in poche settimane/giorni in modo strano, qualcuno si era stancato e NON si torna indietro.Ovviamente, non ho la minima idea di quale sia il tuo caso.
-
domande…quante ce ne possiamo fare?e pensiamo anche di voler le risposte, di preferire la verità…eppure spesso quando scopriamo questa fantomatica Verità, riesce a farci stare anche peggio
bè, io posso solo dire che quando tieni ad una persona tendi a non voler litigare.. E allora capita a volte che assorbi le cose, specie all’ inizio, oppure che magari rilassandoti e stando bene alcuni tuoi spigoli vengan fuori e diano fastidio, e l’ altro si arrabbia, e un po come il fuoco che scotta dopo un po’ cominci a stare attento a quello spigolo.. Solo che magari poi ce n’è un altro.. E spigolo dopo spigolo cominci a guardare a 360 e a non trovarti più spazio e a non trovarti più a tuo agio dove prima stavi bene.. E capisci che allora prima stavi bene forse perchè entrambi erano felici della scoperta dell’ altro, per poi in realtà scoprire che tutti quegli spigoli di te non andavan bene, e che forse qualcuno cercava qualcun altro.. a volte,dico, capita così..