dei messia di stocazzo
Per la rubrica: cose che mi infastidiscono, capitolo 3.456.478: la gente che ha la verità in tasca.
Detto da una che ha sempre molto spesso ragione, può sembrare un controsenso; la differenza è l’argomento: se per un fatto oggettivo la ragione è univoca e dimostrabile (lo stretto di Messina è largo circa 3,2 km e, se sostieni il contrario, stai sbagliando), per un’ideologia, stile di vita o pensiero non può esistere lo stesso concetto. E se non esiste ragione univoca, non puoi averla tu.
E’ ormai qualche anno che sto cercando in un qualche modo confuso (lo so, lo so) di lavorare sul mio personale concetto di ragione (sì, sono molto lenta in questi processi). Mi è istintivo pensare che ad esempio il titolare della spiaggia fascista abbia torto, ma come faccio a sapere che non sono invece io dalla parte del torto? Come posso giudicare un fatto del genere, senza rientrare nella categoria di quelli che hanno tutte le verità assolute (che però sono sempre solo le loro, guarda caso) in tasca? Non posso. Non dovrei giudicarlo. Se non a livello personale, dicendo che a me personalmente provoca fastidio. Ovviamente, il primo istinto è pensare che è un coglione, non sono ancora arrivata ad uno stadio in cui riesco a non giudicare del tutto, ma ci sto lavorando e sono fiduciosa che nel giro di qualche era geologica riuscirò a perfezionare questo aspetto. Anche se non sono ancora certa che sia poi così corretto.
Questa premessa era giusto per spiegare un paio di concetti.
Nel dettaglio, comincio ormai a non riuscire nemmeno a mascherare l’insofferenza che provo per tutte quelle fantomatiche perle di vita / ragione assoluta che continuo a leggere su facebook e, purtroppo, a sentire di persona da voci umane. E che guarda caso spesso sono semplicemente il frutto di un’esperienza di vita personale che non ha un cazzo da spartire con la mia, di vita. Oppure si tratta di verità assolute a cui nemmeno le persone che le esprimono credono. Ormai mi pare di essere circondata solo da esperti filosofi, con motti da “La vita comincia quando abbandoni la tua #comfortzone”, fino a dictact più pratici “perché compri casa? in affitto è meglio, comprare è una cazzata”.
E a me si forma un’unica domanda, sempre, in testa: ma tu, esattamente, cosa cazzo ne sai? Di come è meglio vivere, cosa ne sai? Di cosa è meglio fare, pensare, mangiare, organizzare, dove è meglio viaggiare, cosa ti rende migliore o peggiore? Sei uno come me, della mia età, che arranca tra lavoro, vacanzine, viaggetti, arredi casa con pinterest, hai avuto un’esperienza di vita che comprende forse lo 0,00000001% delle esperienze che si possono fare in una vita, come me. Cosa ti rende così superiore da poterti esprimere su cosa è meglio fare? Su cosa si deve fare? Hai una macchina del tempo ed hai già visto che, in punto di morte, sarai contento e soddisfatto di essere uscito dalla tua comfort zone?
2 commenti
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passavo di qui e… ciao!
spero sempre in un nuovo aggiornamento!
già quelli che parlano mezzo in inglese “perchè fa figo”, vade retro proprio.
oggi sono tutti tuttologi e mastri di vita, io faccio “si” con la testa e poi decido per me, autonomamente.
filtro consigli, attivato.
sostengo comunque la teoria che è meglio suggerire sempre agli altri cosa fare, quando, dove, come e con chi, così non penso/pensiamo alle rogne della nostra vita.
filtra, filtra… è l’unica soluzione.