delle domande ovvie con risposte meno ovvie
« Ma era così anche prima? »
Questa è la domanda d’obbligo quando finisco di raccontare le vicissitudini. Leggo negli occhi dell’interlocutore la (giusta) diffidenza sulla mia versione come unica e sola, e ci mancherebbe, e vedo che cerca di capire quanto sincera sia facendo questa domanda. La risposta è cambiata nel tempo. Prima era no. Poi ni. Adesso è un categorico sì. Perché a forza di rispondere, ci ho riflettuto bene e, visto che la risposta dipende da cosa si intende per così, allora mi sono fatta un po’ di domande più precise:
« Ma era così stronzo anche prima? »
« Sì »
« Ma era così demente anche prima? »
« Sì »
« Ma era così imbarazzante anche prima? »
« Sì »
« Ma era così dispotico anche prima? »
« Sì »
Insomma, se in 8 anni di matrimonio ho dovuto discutere su tutto, dal mutuo che volevo fisso (adesso abbiamo un variabile) all’imbiancare un paio di stanze ma facendolo fare da qualcun altro perché fisicamente mi è insostenibile farlo io (ho dovuto farlo io – imbiancare mi sono rifiutata categoricamente, ma spostare tutti i mobili e coprire tutto, quello sì), al scegliere la zona della casa (comprata a 5km dal suo posto di lavoro), al dove andare in vacanza (saltate nell’ultimo anno).
Lui è sempre stato così. Sono io quella che è cambiata.
Brava. Sei stata brava e te lo devi dire.