dell’essere buoni
(pensa te, litighiamo per una cazzata e mi viene voglia di scrivere)
Questa faccenda delle donazioni mi turba. Da inizio anno ho deciso che avremmo destinato una somma mensile ad una onlus o iniziativa. Ho scelto di cambiare destinatario ogni mese per avere una certa parvenza di sicurezza che almeno una, ogni tanto, usi davvero i soldi nel modo che vorrei.
Ma è un mondo di scelte difficili. Mi sento molto Nick Hornby in questo momento in cui tento di essere buona in un qualche modo dettato dalla mia classe sociale, cerco di seguire sani principi morali, come “donare è l’atto del dono, e di quello che viene fatto non è affar mio”. Il problema è che non vorrei solo dare, vorrei aiutare di vero aiuto altre persone, ma una piccola voce in fondo mi vorrebbe dire quello che già so, che l’aiuto migliore alla fine è quello concreto, del lavoro manuale, ma fin lì mi spiace, non riesco ad arrivarci. Posso solo fare un bonifico mensile e sperare in bene. Sentendomi non solo poco gratificata, ma anche un po’ un ingenua nel sostentare altre persone che reddito di cittadinanza a gratis lèvati.
Vie d’uscita facili, ne abbiamo?
intanto bentornata! è sempre un piacere leggerti!
personalmente non dono niente a nessuno perchè già in passato ho saputo che soldi che avevo donato sono rimasti bloccati per mesi in trafile burocratiche e quindi addio.
poi non so mai chi si sia dietro e donare a questo punto mi risulta davvero difficile: fiducia zero.
se però posso fare qualcosa preferisco farlo direttamente, informandomi su chi ha davvero bisogno e magari provvedendo direttamente a far pervenire quanto posso/serve.
solitamente un giro in parrocchia o ai servizi sociali è quanto basta per dare un aiuto concreto, diretto e sicuro.
poi non tutti sono ladri, ma leggo di mafiosi col reddito di cittadinanza e ho amici senza lavoro da anni che non prendono una lira per via di controversi punti di vista (legali) sulla parola “benessere”.
vedi tu!